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Quando a Vaprio d'Agogna suonavano le campane...

Pippo Fallarini

Adesso ha 74 anni ma certamente non li dimostra perché è stato un vero atleta, un professionista. Cinquant'anni fa correva sulle strade d'Italia e d'Europa. Un ciclista di quelli importanti, Pippo Fallarini, nato a Vaprio d'Agogna nel maggio del 1934, in quelle lande un po' desolate ma ricche di umori contadini che stanno fra Novara e Borgomanero. La sua prima bicicletta da corsa gli venne regalata dal presidente dell'asilo che a sua volta l'aveva avuta da un cugino di Pippo, che aveva estratto il biglietto buono al banco di beneficenza, il giorno della festa dei santi protettori di Vaprio, Lorenzo e Annunziata. Cadevano le stelle, quel 10 agosto del 1948, e Pippo sentì un tuffo al cuore quando ebbe fra le mani la sua prima, vera bici che lui stesso, ricordando commosso, definisce “un cancello, più che una bicicletta”. Aveva 14 anni, il ciclismo l'aveva colpito al cuore. Il suo idolo era Fausto Coppi, che proprio in quegli anni stava compiendo le sue imprese più belle. Pensando a Coppi, il Pippo da Vaprio, un tipo tracagnotto, con due bei polpacci, una grande testa rosea, un sorriso sempre aperto, pedalava sulle collinette dietro al paese. E provava gli scatti, le brevi salitelle, i poderosi allunghi. Ce l'aveva nel sangue, la bici. Appena quindicenne si presenta al grande Giuseppe Airoldi, il mitico dirigente e tecnico dell'Unione Ciclistica Novarese. Quando lo vede arrivare, Airoldi capisce che ha fra le mani un diamante da sgrezzare, ma è un diamante, perdio. “Come facciamo a farlo correre, non ha l'età…” Ci pensa Pippo a correggere leggermente la carta d'identità, aggiungendo un anno. Un peccato di gioventù. Vai Pippo, che sei solo, allievo con la maglia azzurra, quella che allora spopolava sulle strade del Novarese, e non soltanto. I campioncini del tempo sono Carlone Gambaro, i fratelli Signorini, Rostiti, il veltro Colombara, Giorgio e Spirito Godio… Li dirigono in coppia Airoldi e Francesco Mottini, l'altro emerito tecnico della “Novarese”. Ricorda Pippo: “Il primo successo lo colsi a Grignasco nel 1950, in una corsa interregionale”. E da quel giorno comincia la leggenda di don Luigi Cerutti, parroco di Vaprio d'Agogna. Siamo nella parrocchiale del paese, dalle linee semplici, dedicata ai santissimi Lorenzo e Annunziata. Pomeriggio d'estate, afoso, ma la chiesa è fresca, e don Luigi svolge il Vespero davanti a molte donne della comunità. Improvvisamente entra un chierichetto con la sottana, bisbiglia due parole al parroco. Don Luigi chiude in fretta la Benedizione, e corre alla torre campanaria. Dopo un attimo è tutto uno scampanio festoso. Si preoccupano in paese: un incendio, un incidente, qualcosa di grave? No, don Luigi festeggia così la prima vittoria del compaesano Pippo Fallarini, e ripeterà il “rito” per numerose volte. Perché Pippo fra gli allievi è un fenomeno: domina in Piemonte, con 21 vittorie in tre stagioni, aggiudicandosi il titolo regionale, allora molto prestigioso. Quante scampanate per don Luigi! Che alle prime volte venne convocato in Vescovado, a Novara.
Fra il parroco e il Vescovo si svolse pressappoco questo dialogo. “Ah, don Luigi, don Luigi! Quelle scampanate hanno allarmato la gente del suo paese!”. “Lo so, forse ho sbagliato, ma dovevo annunciare a tutti la vittoria del nostro giovane campione”. “Lei sa, don Luigi, la funzione delle campane: devono annunciare l'inizio delle funzioni oppure segnalare qualche emergenza, specialmente nei paesi piccoli”. “Ma per noi di Vaprio la vittoria di Fallarini è un evento speciale!”. “Sì, in fondo non è cosa grave. Ma mi dica, don Luigi, questo ragazzo cos'è? Un velocista, un passista, uno scalatore?” (ne sapeva di ciclismo il Vescovo!). “E' uno che va forte, Eminenza”, tagliò corto don Luigi. Il Vescovo lo congedò con una pacca sulle spalla: “Vada don Luigi….e mi tenga informato su questo ragazzo che fa onore alla nostra Diocesi!”
Diventò popolarissimo, affiancandosi al campione novarese del tempo, il borgomanerese Lino Fornara, corridore elegante ma efficace, pedalatore solido, specialità nelle prove a cronometro, e poi vincitore di ben quattro Giri della Svizzera. Nel 1953, a 19 anni non compiuti, Fallarini diventò dilettante, naturalmente con la gloriosa maglia dell'Unione Ciclistica Novarese. I suoi successi trascinarono molti ragazzi al ciclismo che allora era sport popolarissimo alla pari del calcio. Fra i “puri” venne seguito da Francesco Mottini, che lo guidò come un padre. E anche in questa nuova e difficile categoria, Pippo spopolò: sei vittorie nel 1953, undici vittorie l'anno successivo. Ricorda Fallarini: “Per me era tutto uguale, salita, pianura, discesa. Quando mi sentivo le gambe, partivo e non mi prendevano più. Oppure risolvevo alcune gare in volata”. La sua faccia larga e onesta sprizzava gioia da tutti i pori. Era diventato il favorito di tutte le corse cui partecipava. E ovviamente finiva nell'occhio del commissario delle Nazionali, il romano Proietti che nel 1955 lo convocava agli allenamenti collegiali. E in quel 1955 dorato, Pippo stravinceva undici volte, cogliendo perle come la “Ruota d'Oro” di Cuneo e soprattutto i Giochi del Mediterraneo sui scaliscendi del Montjuch a Barcellona. Successo solitario da gran signore, mancava soltanto il traguardo mondiale a Roma, quando violenti conati di vomito lo costringevano nelle retrovie, per diventare poi gregario del romano Trapè. Chiude comunque al settimo posto, ma è stata una grossa occasione mancata…
Tre stagioni fra i dilettanti impreziosite da 28 vittorie, che non sono poche. Scontato il suo passaggio al professionismo. Siamo nel 1956, il suo idolo Fausto Coppi è avviato verso un tragico tramonto, escono nomi nuovi di campioni come Baldini, Nencini, resiste Magni, il nostro Fornara è sempre fra i migliori. Pippo Fallarini, dopo il servizio militare, veste la maglia della “Frejus” e debutta al Giro del Piemonte; ma il mondo dei “pro” è tutta un'altra cosa, e Pippo sente di dover imparare ancora tutto per diventare corridore competitivo. Nel Giro d'Italia del 1956 appare subito come la grande rivelazione, come il giovane di maggior talento. Si piazza bene in alcune tappe, e arriva addirittura al secondo posto della classifica. A Vaprio impazziscono! Purtroppo anche Pippo viene travolto dalla bufera del Bondone, quella che costa il Giro d'Italia a F rnara, in maglia rosa. Fallarini si deve arrendere di fronte al freddo, alla neve, al ghiaccio. Si rifarà qualche mese dopo vestendo la maglia di “leader” al Giro d'Europa, vincendo addirittura due tappe, quella di Udine e quella di Trento. Ma nella tappa del Brennero si scontrava in discesa con auto, ed era costretto alla resa. In ogni caso aveva mostrato a tutti il suo talento, guadagnandosi l'ingaggio per correre il Gran Premio delle Nazioni, prestigiosa gara a cronometro a Parigi. Ecco la sfortuna in agguato. Una sera di settembre, mentre tornava dalla visita alla fidanzata, Pippo si scontrava in bicicletta, fra Castelletto di Momo e le Fornaci di Oleggio, con un giovanottone di oltre un quintale che procedeva dal lato sbagliato della strada. Risultato: commozione cerebrale, rottura del timpano dell'orecchio destro, venti giorni d'ospedale. Carriera compromessa? Soltanto per mezza stagione. Riprendeva con il Giro d'Italia del 1957, ottenendo un eccellente 14° posto finale. Ma sembrava aver perso lo smalto che l'avevano accompagnato fra i dilettanti. Lo consolava poco un secondo posto al Giro dell'Emilia. Il 1958 doveva essere la stagione del suo rilancio. Le premesse sembravano buone: vittoria nel trofeo UVI a Ponzano Magra, vittoria di una tappa al giro ciclomotoristico a Foggia; e un bel piazzamento nella tappa del Giro a Scanno. E poi terzo nel Giro del Veneto. Ed ecco la partecipazione al tanto sognato Tour de France, sempre con la maglia della Frejus. Disputa sei tappe alla grande, entusiasta di lottare nella più bella corsa del mondo. Alla settima tappa, un nuovo colpo della malasorte, cadutone generale, Pippo batte la testa sull'asfalto, commozione cerebrale. Ricovero in ospedale, fine del suo Tour. In qualche modo riprende l'attività nel 1959 con la Ignis, formazione di prestigio. Ma don Luigi ha poche possibilità di suonare le campane. Gli incidenti pesano sul fisico e sul morale di Pippo, che tuttavia torna al Giro d'Italia, si piazza nella tappa di Torino e chiude al 33° posto. Il suo anno 1959, quello del ritorno, è illuminato dal successo del Gran Premio Industria e Commercio di Prato; dal secondo posto nella Coppa Sabatini a Peccioli, e da una vittoria in casa, al circuito di Oleggio. Qualcosa sembra muoversi. Nel 1960 è gregario al Giro e si piazza, ma nel finale di stagione sembra ritrovare la pedalata dei tempi d'oro, e fa suonare le campane a don Luigi vincendo la coppa Bernocchi, il Giro del Lazio, il trofeo Cougnet. Il finale della sua carriera, illustrata da troppi incidenti e contrattempi, lo svolge alla Bottecchia-Molteni, dal 1961 al 1963: due vittorie alla cronoscalata del Sud e a Ponzano Magra per il trofeo Cougnet, un bel secondo posto alla classica Coppa Agostoni, e ancora piazzamenti al Giro d'Italia. In totale Pippo Fallarini ha corso sette volte il Giro d'Italia, professionista dal 1956 al 1964 ha colto undici vittorie. Ha tentato un ritorno in gara nel 1964 con le maglie della “Bonalanza” di Oleggio e la “CITE” di Santa Margherita, ed è riuscito a strappare buoni piazzamenti nelle prove in preparazione al mondiale. Poi nel 1965, appena 31enne, ha dovuto arrendersi, diventando commerciante in vini e poi assicuratore. E' stato fra i corridori più simpatici e divertenti. La sua faccia larga sprizzava sempre simpatia, allegria, ottimismo. Come quando, durante un Giro d'Italia, dopo aver organizzato una bella fuga, per scongiurare l'inseguimento, staccava uno dei cartelli al bordo della strada “Divieto di caccia”, e se lo legava alla schiena. Suscitando le risate del gruppo e di tutta la carovana del Giro. Un simpaticone, Pippo.
(tratto da Ok Novara. it, art. di Gianfranco Capra)

Giuseppe Fallarini

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Giuseppe Fallarini (Vaprio d'Agogna, 4 maggio 1934) è un ex ciclista su strada italiano.

Carriera [modifica]

Medaglia d'oro nella prima edizione dei Giochi del Mediterraneo nel 1955 a Barcellona nella gara in linea, ebbe buona fortuna anche tra i professionisti. Si aggiudicò infatti il Trofeo dell'U.V.I. (vinto grazie a due ottimi piazzamenti nel Giro delle Alpi Apuane, terzo, e al Gp. Industia - Quartara, secondo) e due classiche del ciclismo italiano quali la Coppa Bernocchi ed il Giro del Lazio, tutti nel 1960, di certo il suo anno d'oro. Ebbe buoni risultati anche nelle brevi corse a tappe grazie a caratteristiche fisiche che gli permettevano di reggere discreamente in salita, fu secondo alla Tre Giorni del Sud del 1960 e quarto al Giro di Sardegna 1962, oltre che terzo nella prestigiosa Roma-Napoli-Roma 1958.

 

Palmares [modifica]

Medaglia d'Oro Giochi del Mediterraneo (prova in linea)
2a tappa Tour d'Europe (Fiume-Udine)
3a tappa Tour d'Europe (Udine-Trento)
2a tappa parte a Roma-Napoli-Roma (Campobasso-Foggia)
Gran Premio Ceramisti di Ponzano Magra
Gran Premio Industria e Commercio di Prato
Coppa Bernocchi
Giro del Lazio
Trofeo dell'U.V.I.
Gran Premio Ceramisti di Ponzano Magra
3a tappa Tre Giorni del Sud
Gran Premio Ceramisti di Ponzano Magra

Piazzamenti nei grandi giri [modifica]

1956: ritirato
1957: 14º
1958: 19º
1959: 33º
1960: 36º
1961: 38º
1962: 17º
1963: 43º
1958: ritirato (7ª tappa)
1959: fuori tempo massimo (12ª tappa)

 

Storia di Giuseppe Fallarini

Sullo slancio di un'eccellente carriera dilettantistica ha realizzato un discreto palmares anche da professionista correndo per Frejus, Asborno, Ignis e Molteni. Buon passista-scalatore fece colpo con una coppia di vittorie di tappa consecutive nel Giro d'Europa '56. Ma, oltre al Gran Premio Industria e Commercio a Prato nel '59, fu nel '60 che si assicurò due classiche come la Coppa Bernocchi e il Giro del Lazio. Due volte vittorioso a Ponzano Magra nel Trofeo UVI che lo vide primo nella classifica finale del '60.

SCHEDA INDIVIDUALE

Nome: Pippo Fallarini

Nato: 4 maggio 1934, Vaprio d'Agogna

Ritirato: 1964

Squadre di Club:

1956             Frejus

1957-58         Asborno

1959-60         Ignis

1961-62-63     Molteni

Palmarès:

ORO            Barcellona 1955  individuale in linea